CHIAMARE I MILITARI


17/09/2015

Io sono il sergente maggiore Hartman, vostro capo istruttore. Da questo momento potete parlare solo quando vi sarà richiesto, e la prima e l’ultima parola che dovrà uscire dalle vostre fogne sarà "Signore". Tutto chiaro, luridissimi vermi?".

Questa piccola lezione di "bon ton" impartita dall'indimenticabile  sottufficiale inquadratore di Full metal Jacket non rende certamente l'idea di quanto il buon comportamento stia a cuore ai militari, nel rivolgersi ai quali è bene sapere quel che si dice...

Il regolamento di disciplina militare non prevede l'utilizzo del "Signor" prima del grado (la cosa non ha subito modifiche con l'ingresso delle donne: tutti gli appellativi restano maschili e per ora nessuno pensa di cambiare). Cionostante, la maggior parte dei militari ancora lo utilizza quando interloquisce con gli Ufficiali.

Sulla busta ci si rivolge a un Ufficiale con il grado ("Signor" solo in apertura di una lettera; anche se, a fronte di un eventuale titolo accademico può essere cortese iniziare con "Gentile Dottore" anziché con "Signor Colonnello, ma è un dettaglio); altrettanto sul "piedino". Ancorché la qualifica di "Eccellenza" sia stata abolita dalla Repubblica, come nel caso dei Prefetti rimane il vezzo (in questo caso fortunatamente limitato alla forma scritta) di premettere al grado di Generale di Corpo d'Armata la dizione "S.E.".

Tra ufficiali ci si dà (dava per la verità, ma ancora è cortese) dell' N.H. che sta per nobiluomo. Molto tempo fa accedere alla carriera militare di vertice era impossibile senza essere nobile. Anche dopo, però, il privilegio fu accordato agli ufficiali dell'Arma dei Carabinieri (poi esteso a tutti gli altri) ai quali era concesso il "libero accesso al Re". È il retaggio di una vecchia consuetudine, che ha perduto il senso originario ma è ancora viva.

In passato, ai Sottufficiali più anziani veniva concessa l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica; per questo venivano chiamati (generalizzando) "cavalieri" in luogo del grado realmente posseduto. Oggi la concessione non è più automatica, così l'appellativo sta cadendo in desuetudine.

Ai marescialli (che costituiscono un ruolo) sebbene siano divisi in semplici, ordinari, capi e primi, per semplicità ci si rivolge usando il solo appellativo di "maresciallo" che, per i più anziani, equivale a una "degradazione". Curiosamente, gli Ufficiali sono invece "promossi" (i Generali di Brigata, divisione e corpo d'armata, chiamati comunque "generale" - grado che detiene esclusivamente il Capo di SMD - i tenenti colonnelli "Colonnello" e i sottotenenti "tenente").

In aeronautica gli Ufficiali inferiori (sottotenente, tenente, capitano) vengono chiamati quasi sempre con il grado. Da lì in su, gli Ufficiali superiori (Maggiore, Tenente Colonnello, Colonnello) e i Generali (Generale di brigata aerea, Generale di divisione arere, Generale di squadra aerea) vengono chiamati in modo colloquiale, ma con piena soddisfazione di tutti, semplicemente "Comandante".

In Marina gli Ufficiali inferiori (guardiamarina, sottotenente di vascello e tenente di vascello) si appellano "Signore", gli Ufficiali superiori (Capitano di corvetta, fregata e vascello) "Comandante" e gli Ammiragli (contrammiraglio, Ammiraglio di divisione e di squadra) "Ammiraglio".

E per i "laici"? Per quelli che fanno fatica a riconoscere i gradi e le specialità? Diano a tutti del "Comandante": non è il massimo della precisione, ma va sempre molto meglio di chiamare "Generale" un Maresciallo.

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