IN BARCA


Lo spazio che ci circonda non soltanto condiziona il nostro umore ma incide, e molto, sugli umani comportamenti. In barca - più o meno, dipende dai metri, ma è così nella grandissima parte dei casi - di spazio a disposizione se ne ha poco, e le possibilità di incontro con gli altri (a volte, di scontro) sono molto più numerose del consueto.

Questa lettera è dedicata a quanti pensano di impiegare le proprie vacanze affrontando, galleggiando, il mare. Buone amicizie (non ottime, eh, ma quelle sono poche o pochissime) hanno subito solidi scossoni dopo solo due notti in rada. Ecco qualche consiglio per evitarlo, e chi non si sente di stare al gioco eviti di cominciare.

1) Prima di partire, verificare nel gruppo le aspettative del viaggio; evidenziare i comportamenti che disturbano ciascuno e - a meno che la barca non offra personale sufficiente, ma questi casi sono per gli umani normali assai più rari delle amicizie ottime di cui sopra - tentare di stabilire in anticipo i turni per le piccole incombenze quotidiane (piatti, servizi, supporto allo skipper, suggerimenti per la cambusa e relativa divisione delle spese).

2) Non pretendere di vestire come sulla terraferma. Limitare il guardaroba allo stretto indispensabile (e niente valige rigide: sacche e borse morbide si stivano con maggior facilità) tenendo tra l'altro a mente che in barca sono banditi i tacchi e, in genere, le scarpe non adatte. Il trampolo a bordo non è solo ridicolo, può essere un pericolo per sé e per gli altri.

3) Sforzarsi di comprendere il funzionamento degli impianti ed evitare comportamenti che lo compromettano, come gettare nei bagni oggetti voluminosi o inadatti, carta, capelli, plastica, eccetera. Allo stesso modo, seguire tutte le regole di sicurezza (per esempio chiudere gli oblò prima di ogni partenza, riporre gli oggetti di bordo al loro posto) e non irritarsi se a ciascuno sono assegnati compiti in caso di emergenza.

4) Rispettare la privacy degli altri compagni di viaggio - skipper incluso (che, non sarebbe nemmeno il caso di ricordarlo, non è cuoco né cameriere) del quale sarà indispensabile seguire consigli e indicazioni - e degli altri diportisti in rada o in porto, in particolare nelle ore notturne.

5) Rispettare l'ambiente: poca plastica, pochi detersivi, uso di prodotti biodegradabili, e non gettare rifiuti nocivi in mare (un mozzicone di sigaretta inquina un metro cubo d'acqua e si dissolve in 100 anni, e non è vero che i pesci mangiano tutto).

6) Mantenere un ordine rigoroso e, in genere, mostrare un forte spirito di collaborazione (per esempio non accaparrarsi ogni giorno il miglior posto al sole; utilizzare in modo parsimonioso l'acqua; rispettare gli altri nell'uso degli spazi comuni; condividere senza strilli i prodotti d'uso ordinario, come lo shampoo, il phon, le saponette).

7) In una barca di medie dimensioni non è possibile conservare i generi alimentari come a casa propria, né si può pensare a piatti elaborati, che le attrezzature di bordo raramente consentono di affrontare. Bisogna quindi adattarsi senza protestare a una cucina semplice, affrontando come una piccola sfida la poca varietà - se tocca a noi preparare la pappa - con uno sforzo di curiosità e fantasia.

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