MANGIARE ALTROVE


Se le attività che ruotano intorno al nutrirsi consistessero essenzialmente nell'apparecchiare, sedere, assegnare i posti a tavola e usare le posate, avrebbe ragione lo scrittore inglese Ivy Compton-Burnett [1884-1969]: "Non siamo mai tanto diversi dagli altri quanto crediamo". 

Ma fuori dal mondo occidentale, l'aforisma vacilla. Perché le differenze rispetto all'insieme dei comportamenti possibili sono sorprendenti... 

Prima le variazioni occidentali, a partire dalle abitudini d'oltremanica, buone (anche se in modo non uniforme) in tutti gli ex paesi del Commonwealth.

1) I commensali tengono le mani in grembo e non sulla tavola.

2) Il cucchiaio non ha mai punta, perché brodi e minestre vengono sorbiti dal lato.

3) Andrebbe accompagnata la verdura sul dorso della forchetta - rebbi rivolti verso il basso e pietanza (carne/pesce/eccetera) infilzata - con il coltello prima di portare il boccone alla bocca: si tratta di un esercizio da equilibrista sadico, ma tant'è. 

In Francia non è sbagliato sistemare la forchetta con i rebbi verso il basso (si faceva per mostrare lo stemma di famiglia inciso all'esterno del manico; l'uso resiste anche se ne è praticamente scomparsa la giustificazione) il tovagliolo va a destra anziché a sinistra e si può usare il coltello con gli asparagi.

In Spagna e nei paesi ispano-americani è corretto versare da bere solo alle donne (gli uomini, ciascuno faccia per sé). Negli Stati Uniti si aspetta che siano serviti tutti prima di mangiare, anche se a tavola ci sono quaranta commensali (in Europa dopo i 12/14 si comincia). In molti cantoni Svizzeri - gli stessi che si sono piegati al voto femminile soltanto negli anni ottanta - si servono prima gli uomini. La stessa cosa capita agli ebrei osservanti.

Può capitare che gli usi europei si uniscano a comportamenti locali preesistenti: in Kenia viene servito per primo, e non per ultimo, il padrone di casa, dal momento che questo, in Africa, è considerato gesto di rispetto e di garanzia verso gli ospiti (li si assicura che il cibo è buono da mangiare). 

In Indocina durante il pasto non si beve (lo si fa prima e dopo); si mangia stando seduti in terra eppure viene considerata grande maleducazione mostrare le piante dei piedi.

Una flatulenza a tavola rappresenta per noi un rischio da incubi notturni, mentre in Cina e Corea appare una circostanza sostanzialmente accettabile. Nel sud della Cina è normale pulirsi mani e bocca alla tovaglia (che è bene non rimanga pulita), e anche sputare a margine del piatto o sotto al tavolo mangiando.

In Nepal e Indonesia si può (deve, quasi) masticare rumorosamente, ma mai fischiettare, e in chiusura di tavola ci si lava le mani, lasciando che sia il padrone di casa a farlo per primo. 

Nell'estremo oriente continentale ruttare è cosiderato giusto apprezzamento del pasto. E' diceria infondata, invece, che il rutto accompagni la "buona digestione" in medio oriente; in qualche modo è tollerato, ma di certo non viene apprezzato.

Nel subcontinente indiano anche i mancini utilizzano sempre la destra per prendere e porgere cibo: l'uso (come sempre) è duro a morire nonostante l'origine sia scomparsa: la sinistra era tradizionalmente destinata all'igiene personale.

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