PENSIERI PER LE FESTE


16/12/2014

Le feste moltiplicano i ritorni. Un po' per necessità, ma anche con il cuore sinceramente teso alla disponibilità, ecco a Natale le telefonate alle zie che si sarebbero potute fare anche il resto dell'anno ma non si son fatte mai, le mance generose ai lavavetri dei benzinai, i pensieri (sai, è solo un pensiero...) e i pensierini.

Ma la stessa emozionalità che determina il crescere forzato delle relazioni può provocare (solo chi non fa non falla) gesti inconsulti. Ci sentiamo di (s)consigliarvene alcuni...

Di vino, allo stesso prezzo è sempre meglio una bottiglia buona di tre non granché. E se proprio vi va di regalare superalcolici, che siano prodotti inusuali (la bottiglia di limoncello/il solito wisky eccetera al medico di famiglia meglio di no: vero è che un liquore si ricicla, ma quando ne arrivano 20 e sotto il letto già non c'era più posto da Pasqua...).

Mandare biglietti di auguri con la propria firma fotocopiata dall'originale fa orrore: il biglietto scritto è un pensiero che almeno il tempo di una firma la merita. Identico fastidio determinano le letterine natalizie (peggio se animate) inviate a tutta la rubrica del telefono-ipad-mail. Valgono quanto l'attenzione che è servita a inviarle, cioè poco o niente.

Lungi da noi sostenere il francescanesimo del dono a tutti i costi. Però: 1) non è vero che spendere poco vuol dire donare schifezze; 2) non è vero che spendere molto assicura una bella figura; 3) regalare equo e solidale, regalare e dedicare donazioni anche piccole (solo per chi se la sente di farlo con naturalezza, è chiaro): perché no?

I generi alimentari vanno benissimo anche se non parliamo di caviale, tartufo o pata negra. E' sufficiente che, magari, si tratti di un bene di consumo non comune (ce ne sono mille a prezzi ragionevoli; le mangiate spesso, voi, le aringhe affumicate? e le rape? e il cavolo nero? e il riso venere? e le carrube? e le patate viola?).

Non c'è bisogno di essere vegetariani per rispettare il dolore estremo: i prodotti da allevamento intensivo costano poco, è vero, ma spendere meno per la tavola di Natale è possibile in molti modi (scegliendo la ribollita o fave e cicoria, certo, ma anche tagli poveri di carne cresciuta meglio). Con la buona salute degli uomini e il minor dolore delle bestie.

 Buone Feste, davvero.

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