Signora alle femmine, Dottore ai maschi.
Ho notato, in ambito lavorativo/istituzionale l'utilizzo del "Dottor" rivolgendosi a un uomo e di "Signora" rivolgendosi a una donna. Dovrei sentirmi onorata dal fatto di essere chiamata Signora ma se, nello stesso momento, al mio collega maschio con lo stesso ruolo ci si rivolge con il "Dott.", la cosa non mi torna. Non è segno di discriminazione? Io per ora ho cercato di fare la "Signora" e non ho mai corretto nessuno, ma sinceramente credo sia giusto offrire la parità anche in ambito di "titolo". Io mi comporto così: per non sbagliare do a tutti del Dottore o della Dottoressa: sarà la persona stessa a chiarire, se vuole (adottando la strategia contraria mi farei nemici ovunque!).
Risposta
L'abitudine di tanta parte della Pubblica amministrazione (in senso lato) italiana di dare della signora alle femmine e del dottore ai maschi è figlia - colpevolmente inconsapevole nell'ultima generazione, il che è quasi peggio - di un sessismo antico, strisciante e subdolo. La nostra ultima newsletter (meno titoli è meglio) si riferiva alla forma scritta, con particolare attenzione per le moltiplicazioni dei titoli specie quando riferiti a soggetti apicali, non a quella verbale: troviamo il modo di approcciare la questione descritto nella domanda del tutto condivisibile.