SIGNORA PRESIDENTE


22/12/2015

La notte tra il 19 e il 20 dicembre, appena passata l'una, durante la maratona sulla Legge di Stabilità il Deputato (o l'Onorevole?) Roberto Simonetti  della Lega Nord prende la parola con un - peraltro rituale - "Grazie Signor Presidente''.

La Presidente della Camera lo interrompe: ''Signora, perché io non sono un uomo''. Simonetti insiste: ''Fa lo stesso''. Boldrini: ''E allora lei è Deputata".

Il video con il lo scambio di battute lo ha pubblicato l'Huffington Post, e vale la pena di darci un'occhiata. La domanda che (non da oggi) ci lascia perplessi circa la questione della declinazione al femminile di titoli e cariche è questa: perché è entrato nel linguaggio comune il cacofonico "la Ministra" (al posto de "la Signora Ministro") mentre Laura Boldrini fa fatica a difendere "la Signora Presidente"? (Per fortuna nessuno pensa di passare direttamente a "la Presidenta"...)

Le Signore a capo delle Amministrazioni dei due rami del Parlamento scrivono su carte intestate molto diverse. Una "Il Segretario Generale del Senato della Repubblica", l'altra "La Segretaria Generale della Camera dei Deputati", e i casi in cui le desinenze di genere causano rifiuti (il più noto è quello della Camusso, Segretario e non Segretaria CGIL) sono più di qualcuno.

La Crusca al riguardo un parere definitivo non lo ha dato, ed è vero che ciascuno si fa chiamare come gli pare, ma finché si farà politica anche con la grammatica la soluzione (per quel che conta) resta lontana.

iscriviti alla newsletter