Smartphone e doveri di ufficio.
30/01/2015
Lo smartphone ha avuto sulla mia vita un impatto incalcolabile. Mi segue ovunque. E con lui, mi segue il lavoro. SEMPRE. E’ giusto? Possibile che non ci siano regole?
Risposta
Lo smartphone è "hegeliano": esiste quindi è vero quindi è bello. Anche sul lavoro. Ma con le debite regole. Eccone qualcuna.
1) Riservare alle mail gli argomenti di maggior spessore, quelli che per intenderci implicano la lettura di un documento e una risposta articolata. Mandare per posta elettronica la variazione di un orario d’appuntamento è criminogeno.
2) Per le comunicazioni “minori” (cioè quelle che il buon senso di ieri delegava a una telefonata) meglio ormai whatsApp (per chi lo ha) di un sms.
3) I social dal lavoro devono stare fuori: fotografie e commenti vanno bene per il privato (forse perfino per l’intimo, dipende dai gusti) ma per la professione no, e se qualche sciagurato posta questioni di lavoro va ignorato.
4) WhatsApp viene usato proficuamente per lavorare (generalmente tra pari grado ma se sono intelligenti e benvoluti pure dai capi), in gruppi anche temporanei quando serve per scambiarsi notizie in tempo reale: va bene purché la base sia volontaria.
5) Notizie fondamentali, a qualsiasi ora e con qualsiasi mezzo. Domande interpelli e dubbi vari (ritenuti evidentemente fondamentali per il richiedente) MAI fuori dall’orario di lavoro. Insomma, non andrebbero proprio poste, quindi chi le riceve si autotuteli (se può) ignorandole.